Laureato in "Scienze delle attività motorie e sportive" presso l'Università San Raffaele di Roma, Giammarino inizia negli anni '80 ad intraprende la carriera sportiva acquisendo abilitazioni e brevetti rilasciati dalla Federazione Italiana Nuoto (FIN) per dedicarsi all'attività agonistica provinciale e regionale capitolina. Negli anni successivi si dedica al calcio agonistico partecipando ai campionati di categoria del Lazio e del Veneto (Promozione FIGC - LND). A seguire, negli anni '90, diventa allenatore dei portieri del settore giovanile della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) presso le società sportive del A.S.D. Casalotti (Roma) e successivamente dell'U.S. San Michele Salsa di Vittorio Veneto (Treviso). Nel 2006 acquisisce la qualifica di "Istruttore di ginnastica generale" (GpT - Ginnastica per Tutti) presso la FGI (Federazione Ginnastica Italia) e successivamente quella di "Istruttore di Ginnastica Posturale II Livello" (presso l'Accademia Italiana Fitness) dedicandosi alla preparazione fisica di giovani/e ginnasti/e presso la palestra FGI di Nettuno (Roma). Nel 2010 assume la "qualifica SNaQ" (Sistema Nazionale Qualifiche del CONI) di "preparatore fisico per atleti di alto livello" e collabora come addetto ai lavori in qualità di relatore al progetto: "Diamo un calcio alla Disabilità" presso il Centro sportivo A.S.D. "Longarina" - Roma. L'anno successivo segue, presso il Circolo "Oasi" della Federazione Italiana Golf di Latina), giovane atleta per la ricerca della stabilità posturale nello "swing" golfistico. Nel 2014 è responsabile della preparazione fisica di giovani/e atleti/e dell'accademia di tennis (FIT - Federazione Italiana Tennis) Anzio-Nettuno (Roma). Frequenta inoltre numerosi corsi e seminari per tecnici sportivi di Alto livello presso il Centro di preparazione olimpica "G. Onesti" del CONI di Roma.
Oggi, consulente per lo sport ed esperto nella "Programmazione per lo Sviluppo a Lungo Termine (PSLT) delle capacità motorie" e "Pianificazione dell'allenamento sportivo".
LAVORO DI SUPPORTO ALLA SCIENZA DELLO SPORT
L'ipotesi del nostro studio formula il seguente quesito:
"Posso allenare persone con Disabilità Intellettiva e Relazionale (DIR) per un "continuum" di periodo medio - lungo (dalla fase evolutiva alla fase adulta) in Enti delle Federazioni Sportive Nazionali ed inserite in gruppi integrati agonistici? Come?
Ciò che ci ha spinto in questo lungo percorso ventennale ed oltre è stato quello di riuscire, attraverso il metodo empirico, di analizzare lo specifico problema secondo la ricerca applicata, vista anche una carente ricerca di base "teorica" sulla programmazione sportiva a favore delle persone con DIR, in relazione proprio al lungo periodo che viene considerato e che viene spesso citata da molti autori. Sono in tanti che evidenziano come pochissimi studi siano stati realizzati per cercare di individuare eventuali cambiamenti dell'efficienza psico-fisica di persone/atleti con DIR in un "continuum" dell'esistenza così ampio, ma soprattutto utilizzando quella multidisciplinarietà sportiva utile allo sviluppo cognitivo e non solo.
Ad esempio la funzione dei neuroni specchio è stata studio di molte ipotesi tra cui quella di essere importanti per la comprensione di gesti motori eseguiti da altre persone al fine di apprendere attraverso l'imitazione.
Già in passato, nei confronti delle persone con DIR (nello specifico nella sD - sindrome di Down), abbiamo notato che l'approccio didattico è stato quello di copiare e ripetere un azione per molto tempo fin quasi ad automatizzarla senza cognizione (pensando che queste persone potessero avere solo questa strada).
In realtà, con questo studio, si è voluto dimostrare che anche questi atleti sono in grado di acquisire un engramma motorio multilaterale in maniera cognitiva, riconoscendo spazio e tempo, ma soprattutto di riuscire a ripetere un gesto atletico come abilità motoria, in qualsiasi momento e in coscienza.
Il tutto ha richiesto una costruzione motoria a lungo termine anche di decenni e oltre...
I risultati da noi ottenuti sono stati molto importanti, ma va anche ricordato che per raggiungerli il "focus" da noi imposto ha riguardato esclusivamente la centralità della persona nel suo sviluppo psico-fisico e non la riuscita dell'evento sportivo.
Giammarino Canuzzi